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Quando il bicchiere è mezzo pieno: LVR incontra Steve Aoki per parlare di cosa vuol dire suonare 250 volte all’anno, avere due linee d’abbigliamento e trovare sempre nuovi stimoli.

Siamo qui nella tua casa di Las Vegas per parlare della tua linea d’abbigliamento, Dim Mak. Credi ci sia un legame fra moda e musica?
Beh, quando ripenso a com’è nato tutto, mi accorgo che la musica è sempre stato uno stile di vita per me. Da piccolo ascoltavo musica tutto il tempo e a 14-15 anni ho scelto di dedicare la mia vita ad essa: ho comprato una chitarra, preso il microfono e iniziato a fare musica. Ho messo su una band ed è stato allora che ho comprato la mia prima macchina serigrafica. Sono entrato nella scena punk hardcore come autodidatta.

Sentiti libero di fare ciò che vuoi, gli strumenti sono qui davanti a te.

Per una band è importante creare una T-shirt prima di uno show. I gadget sono molto importanti in questo ambiente. Musica e moda sono profondamente legate: compri una chitarra e poi una macchina serigrafica.
Quindi Dim Mak ha subito un’evoluzione naturale. Raccontaci come è nato.
Subito dopo il college mi sono trasferito a LA dove ho iniziato a fare il DJ e ho sentito il bisogno di andare oltre alle T-shirt con stampa serigrafica. Volevo qualcosa di più. Nel 2006 mi hanno chiesto di suonare al Magic, una fiera commerciale di Las Vegas, ma erano all’inizio e non avevano un budget molto alto. Così decisi di chiedere uno stand espositivo come compenso per la performance. Era molto piccolo, ci stavano soltanto poche maglie, felpe e T-shirt. Durante quell’evento mi sono trovato a fare il venditore, l’addetto marketing e il DJ e tre giorni dopo dieci persone si sono mostrate interessate ai miei prodotti. Era l’inizio di qualcosa di grandioso.

Steve Aoki - steveaoki dim mak collection

Adesso Dim Mak è molto più di T-shirt e felpe. Parlaci di come è cresciuto.
Dopo un lungo periodo di alti e bassi siamo arrivati ad avere una collezione completa. Ho capito che è fondamentale avere un team consolidato di esperti del settore che siano in grado di svolgere tutti i compiti che non puoi sbrigare da solo. Dim Mak è nato ufficialmente tre anni fa grazie ai miei partner giapponesi. Inizialmente sono stati proprio loro ad occuparsi di ogni cosa ed è per questo che le vendite sono partite dal Giappone.
Perché il nome Dim Mak?
Dim Mak è una dedica al mio eroe, il leggendario Bruce Lee. È sempre stato il mio modello di riferimento ed ha influenzato tutto il mondo. Spero di avere anche soltanto un millesimo dell’influenza che ha esercitato lui sulla cultura popolare. Con il mio brand volevo omaggiarlo: ‘Dim mak’, la mossa di arti marziali per cui Bruce è famoso, è forte, misteriosa e fatale. È pazzesca ed è perfetta.
Com’è il tuo rapporto con tua sorella Devon Aoki? Ha un’influenza sulla tua linea?
Devon esercita un’enorme influenza sui capi d’abbigliamento che produco. Ha 5 anni meno di me e quando aveva soltanto 15 anni lavorava già con Karl Lagerfeld e Jeremy Scott. Ha lavorato con fotografi incredibili come LaChapelle e Terry Richardson. Pensavo: sei così giovane e spacchi già tutto. Mi sono sempre rivolto a lei per i consigli in materia di abbigliamento perché mi fido molto. Parliamo sempre a proposito di una nostra futura collaborazione, è solo questione di tempo.
Con chi altro vorresti collaborare? Chi è il tuo punto di riferimento?
Le mie collezioni d’abbigliamento mi hanno permesso di lavorare con i miei artisti preferiti. Io e David Choe siamo diventati amici grazie alla collezione su cui abbiamo lavorato insieme. Mi piace lavorare con chi non ha paura di cambiare le carte in tavola e riesce ad ispirarmi.

Steve Aoki - steve aoki dim mak las vegas dj

Ho letto che fai 300 serate all’anno: come fai a trovare un equilibrio?
Ho ridotto il numero delle date a 250 per far entrare nell’agenda anche tutti gli altri impegni. Quando facevo 300 serate mi spingevo oltre il limite, mi piace mettermi alla prova ogni giorno. Ma ho capito che dobbiamo essere padroni delle nostre abitudini, siano esse buone o cattive.

Quali sono le abitudini che ti hanno portato al successo?
Per me la meditazione è molto importante: fermarmi, prendermi 10 minuti per capire quali sono le priorità nella vita. I vizi, come le droghe e l’alcool, sono sempre dietro l’angolo, ma io penso ‘questo mi aiuterà? Mi renderà felice?’. Cerco di concentrarmi sulle buone abitudini anche se non è sempre così facile. Non si può andare da 0 a 100 in un batter d’occhio, bisogna abituarsi gradualmente ai cambiamenti, proprio come quando ci si allena. Quando finalmente hai acquisito una nuova abitudine, non ti sembra più un peso.

Le mie buone abitudini mi permettono di fare 250 serate, avere due linee d’abbigliamento, un’etichetta discografica e fare musica.

Hai chiamato la tua casa Playhouse. Quanto è importante per te il divertimento nel lavoro?
Ci si dovrebbe sempre divertire nella vita. L’umanità si divide in due: c’è chi vede il bicchiere mezzo pieno e chi lo vede mezzo vuoto. Io lo vedo sempre mezzo pieno, per questo sono riuscito ad andare avanti nella carriera. Do sempre il 110% e vivo con umiltà ed energia. Il viaggio della vita è tutto. La cosa più importante è trovare la felicità nel presente, cercando di dare il meglio di sé per ottenere ciò che si vuole.

Un ringraziamento speciale a Steve Aoki.

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